LE CLASSI SECONDE DELLA SCUOLA SECONDARIA “PIERA GELPI” DELL’IC DI MAPELLO HANNO INCONTRATO MARIO ESPOSITO E LA POLISPORTIVA PHB
Le classi seconde della scuola secondaria di primo grado hanno concluso il percorso interdisciplinare “Sport come strumento di emancipazione e inclusione” incontrando, dopo la campionessa Chiara Consonni, il campione paralimpico Mario Esposito, medaglia di bronzo alle Paralimpiadi di Pechino nel 2008 nella specialità del tiro con l’arco.
Durante l’incontro, Mario Esposito ha condiviso con gli studenti tante emozioni e curiosità a partire dai primi suoi impegni sportivi nel nuoto, nel basket in carrozzina, nel tennis da tavolo, nello sci di fondo per poi passare al tiro con l’arco, disciplina in cui è stato campione alle Paralimpiadi.
Ha spiegato che la sua partecipazione alle Paralimpiadi è stata influenzata dalla sua malattia, la poliomielite, che lo ha colpito all’età di un anno, interessando in particolare la gamba sinistra e causando un ritardo nei movimenti.
L’incontro con Mario Esposito è iniziato con la presentazione della Polisportiva PHB di cui fa parte e alla quale deve tanto. L’associazione si occupa di far praticare diversi sport, tra cui baskin, nuoto, calcio e scherma, a persone con disabilità, con l’obiettivo di promuovere l’inclusione.
Nunzio, un volontario della polisportiva, ci ha mostrato come si usa l’arco olimpico e, poi, ci ha fatto una piccola scenetta, corrispondente al momento in cui Mario, 16 anni fa a Pechino, ha vinto la medaglia di bronzo.
Gli alunni questa volta non hanno avuto la fortuna di toccare con mano la medaglia, come con la campionessa olimpica Chiara Consonni, perché viene conservata a casa sua in una teca di vetro assieme ad anni di sforzi, di allenamenti e di sacrifici.
Da questo incontro abbiamo imparato tante cose ad esempio il significato di Paralimpiadi: gli studenti pensavano significasse “Olimpiadi per paraplegici”, ma in realtà significa” Olimpiadi parallele.”
Noi studenti abbiamo apprezzato molto l’intervista perché ci insegna che la volontà non ha limiti e regala gioie inaspettate come quella freccia che da 70 metri ha centrato il più piccolo cerchio del bersaglio.
Speriamo di poter rivivere un’esperienza simile il prima possibile.
Gli alunni della classe 2C
Adele, Carol, Mohamed, Nicole, Patrik
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